Con il Kosovo ancora in crisi istituzionale e senza governo, nella comunità serba delle municipalità a nord del fiume Ibar regnano i dubbi sul reale impatto a lungo termine degli Accordi di Bruxelles, che rimangono ancora ampiamente non implementati. Il punto della situazione della nostra corrispondente
Celebrazioni sottotono del primo anniversario dell'Accordo di Bruxelles che sottoscritto da Belgrado e Pristina un anno fa. Tuttavia quanto accaduto a Bruxelles un anno fa non è affatto insignificante. Il punto di vista dei serbi del nord del Kosovo alla vigilia delle elezioni politiche di domenica 8 giugno
E' stato a lungo considerato uno dei leader serbi più pragmatici e disposti al dialogo del Kosovo del nord. Anche per questo l'arresto di Oliver Ivanović, accusato di crimini di guerra risalenti al biennio 1999-2000 continua a suscitare forti polemiche e speculazioni
Le recenti elezioni amministrative in Kosovo erano state annunciate come un passo fondamentale nel processo di normalizzazione dei rapporti tra Pristina e Belgrado. A seggi chiusi, problemi e dubbi restano, soprattutto a nord di Mitrovica
Dopo lo shock dell’omicidio ancora irrisolto del poliziotto EULEX, Audrius Senavicius, il Kosovo si prepara alle elezioni amministrative del prossimo 3 novembre, principale test di tenuta degli accordi sulla normalizzazione dei rapporti tra Pristina e Belgrado. Cosa faranno i serbi del nord?
L’entusiasmo di Belgrado per il raggiungimento dell’Accordo di Bruxelles, la cui applicazione dovrebbe servire per ottenere la data di avvio dei negoziati di adesione della Serbia all’UE, forse già il prossimo 28 giugno, si scontra con i malumori e l’opposizione dei serbi del Kosovo.
Il negoziato tra Kosovo e Serbia ha fatto negli ultimi mesi molti passi in avanti. I serbi del Kosovo settentrionale, area "pomo della discordia" tra Pristina e Belgrado guardano però con preoccupazione all'accelerazione data alle trattative. Diffuso il timore che nonostante la retorica, il governo socialista sia disposto ad "abbandonare" il nord per raggiungere altri obiettivi strategici
I due valichi di Jarinje e Brnjak, presidiati dalle forze internazionali, separano oggi di fatto la Serbia centrale dal Kosovo del nord. La distanza tra Pristina e Mitrovica, tuttavia, non è diminuita, e il recente terremoto politico a Belgrado rappresenta un'incognita sulla ripresa dei negoziati tra serbi e albanesi. La crisi dei valichi di confine, un anno dopo
La vittoria di Tomislav Nikolić alle presidenziali in Serbia ha sorpreso. Ma, perlomeno nelle municipalità del Kosovo settentrionale, la sua vittoria veniva data per scontata. Intanto Pristina e comunità internazionale intensificano gli sforzi di integrare il nord, ma la diffidenza dei serbi resta alta
Il referendum organizzato dalle municipalità serbe del Nord del Kosovo ha confermato il rifiuto ad accettare le autorità di Pristina. Il voto, dichiarato nullo da governo kosovaro e autorità internazionali, segna però soprattutto un momento di rottura della comunità serba del nord con Belgrado, che temendo ripercussioni sul percorso di integrazione UE ha osteggiato il voto
I serbi del Kosovo settentrionale sono decisi a non rinunciare al referendum col quale vorrebbero decidere se accettare o meno le istituzioni statali di Pristina. Nonostante la contrarietà della Belgrado ufficiale e della municipalità di Leposavić, vicina al ministro serbo per il Kosovo Goran Bogdanović
Mentre a Bruxelles riprendono (con pochi risultati) i negoziati tecnici tra Serbia e Kosovo, la disputa sul controllo del Kosovo del nord, che vede contrapposti da una parte i serbi che abitano quest'area e dall'altra le forze internazionali (KFOR e EULEX) e le autorità di Pristina, resta ad un punto morto. I serbi di Mitrovica, però, si sentono sempre più isolati anche dalla stessa Belgrado
La situazione al nord del Kosovo non migliora anzi rischia di precipitare. Prosegue il braccio di ferro tra i serbi del luogo e le forze della Kfor. Il 27 settembre scorso uno scontro tra militari della Kfor e serbi locali ha causato diversi feriti. La cronaca dalla nostra corrispondente
Serbi nuovamente sulle barricate nel Kosovo settentrionale, dopo che doganieri europei e kosovari hanno preso il controllo dei valichi di confine con la Serbia centrale. Il traffico di merci e persone è interrotto, gli scambi procedono solo su percorsi alternativi. La tensione cresce nell'assenza di un'efficace mediazione internazionale
Continui colloqui e riunioni tra i serbi del nord, Belgrado e la comunità internazionale, per cercare una soluzione alla grave crisi nel nord del Kosovo. Alla fine è stato raggiunto un accordo tra Belgrado, Pristina e la Kfor. Oggi i serbi del Kosovo del nord decideranno se accettare o rifiutare questo accordo
Continua la resistenza dei serbi del Kosovo contro il tentativo di introdurre una frontiera con la Serbia centrale. Dopo l'incendio del posto di Jarinje, le truppe KFOR hanno riaperto solo parzialmente il transito alle persone, mentre le merci non possono passare e il Kosovo settentrionale rischia l'emergenza umanitaria. Il resoconto da Mitrovica della nostra corrispondente
Continua la tensione nel nord del Kosovo, dopo che il governo di Pristina ha cercato di assumere il controllo dei valichi di frontiera con la Serbia centrale. Lo sviluppo della crisi nel reportage della nostra corrispondente
L'americano Gerard Gallucci, rappresentante regionale dell'Unmik a Mitrovica dal 2005 al 2008, è tornato in visita in Kosovo. Noto per la sua posizione fortemente critica rispetto ad un'azione più decisa degli internazionali per "ridurre alla ragione" i serbi che vivono nel Kosovo settentrionale, Gallucci continua a seguire la situazione con il suo blog. Nostra intervista
Non sono stati mesi facili questi ultimi per il governo Thaci, in Kosovo. Ma sorprendentemente, il suo alleato meno irrequieto, è stato il partito Liberale dei serbi del Kosovo, l'SLS. Una rassegna sulla politica kosovara e sul ruolo della comunità serba
Mentre i serbi che vivono a nord di Mitrovica hanno boicottato le recenti elezioni in Kosovo, tra quelli a sud dell'Ibar la partecipazione è stata significativa. I partiti "serbi" presentatisi alle urne, però, si lanciano gravi accuse di brogli e le divisioni nella comunità sembrano accentuarsi